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Giandomenico Facchina: un italiano a Père Lachaise

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Giandomenico Facchina: un italiano a Père Lachaise

Nella mattinata di mercoledì 19 febbraio 2020 alla Scuola Mosaicisti del Friuli, è stata ospite Patrizia Bisson, consigliera del Comites – Comitato Italiani all’estero di Parigi, nonché professoressa di italiano e ricercatrice, che ha redatto la biografia di tre friulani sepolti nel cimitero monumentale di Père Lachaise per il volume L’Italia del Père Lachaise. Vies extraordinaires des Italiens de France et des Français d’Italie, promosso dal Consolato Generale d’Italia a Parigi ed edito da Skira.

Il libro, con testi in doppia lingua e corredato da molte immagini, rientra in un progetto d’indagine e valorizzazione degli Italiani che hanno vissuto in Francia, apportando un contributo notevole alla cultura francese. Parallelamente sono state sviluppate anche una mappa, una guida tascabile e una app, strumenti utili per muoversi all’interno del vasto cimitero (43 ettari) e individuare le diverse tombe. Dalla sua istituzione nel 1804, il cimitero di Père Lachaise accoglie le spoglie di così tanti illustri personaggi da essere considerato luogo della memoria europea, capace di attrarre visitatori proprio per i suoi aspetti artistici e storici.

Sono 61 gli italiani ricordati nel libro, alcuni molto noti, come il pittore Amedeo Modigliani, il compositore Gioachino Rossini, gli antifascisti fratelli Rosselli, altri più famosi all’estero che nella loro patria di nascita. Sono artisti, musicisti, scrittori, per non parlare delle donne del mondo della lirica, della musica e della danza. Alcuni sono transitati per il cimitero parigino, poiché in seguito le loro spoglie sono state traslate: di essi spesso rimane un cenotafio, come nel caso del compositore Vicenzo Bellini, o soltanto memoria negli archivi. Il grande esploratore Pietro Savorgnan di Brazzà ad esempio trova oggi monumentale sepoltura nella città di Brazzaville, capitale di quel Congo che un tempo era una colonia e che lui contribuì a fondare per conto della Francia nell’ultimo quarto dell’Ottocento.

L’altro friulano che Patrizia Bisson descrive è Antonio Franconi, nato a Udine nel 1737. Poco citato nella storia locale, fu artefice del successo del circo a Parigi e la sua abilità equestre gli permise di introdurre il cavallo in giochi e acrobazie.

La terza biografia proposta è quella di Giandomenico Facchina (Sequals, 1826 – Parigi, 1903), la cui attività di mosaicista è stata citata e approfondita a più riprese sia dalla Scuola Mosaicisti del Friuli sia dal Comune di Sequals, come ha ricordato il sindaco Enrico Odorico presente all’incontro.

Facchina, rinomato soprattutto per la decorazione all’Opera di Parigi, seppe rispondere alle esigenze dei committenti grazie all’invenzione del sistema esecutivo del rovescio su carta. Questa particolare tecnica, che ancora oggi si insegna nella Scuola, permetteva di rivestire a mosaico vaste superfici in tempi ristretti. La coraggiosa impresa dell’Opera, conclusa nel 1875, gli diede fama, facendogli ottenere importanti commesse in altre capitali europee e oltreoceano. Nel 1886 ebbe la croce di cavaliere della Legion d’onore e la laurea honoris causa della Società centrale degli architetti francesi. Seppe inoltre formare e introdurre negli ambienti francesi molti mosaicisti e terrazzieri che emigravano dal Friuli.

È nelle pagine a lui dedicate che è stato inserito un contributo della Scuola Mosaicisti del Friuli: il libro infatti è arricchito da interventi di istituzioni o personaggi attuali che con la loro chiave di lettura danno un valore aggiunto alle informazioni storiche raccolte dagli autori. Nel 1922, quando la Scuola iniziò la sua attività, primo maestro di mosaico fu Andrea Avon che aveva lavorato proprio con Facchina in Francia. Avon trasmise la tecnica del rovescio su carta ai suoi allievi, un metodo ritenuto allora nuovo e moderno e che consentì alla Scuola di realizzare grandi commesse come, per esempio, quelle del Foro Italico a Roma o della cupola del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

i relatori Sindaco di Sequals Enrico Odorico, presidente Scuola Mosaicisti Stefano Lovison, autrice Patrizia Bisson

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