Numero Opera: 762
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Il mosaico interpreta il dipinto di Gino Severini Danseuse parmi les tables del 1912. L’opera costituisce una testimonianza dell’adesione del pittore di Cortona al Movimento futurista (nato per volontà di Filippo Tommaso Marinetti con un Manifesto nel 1909) che proprio in quell’anno esponeva a Parigi, alla Galleria Bernheim Jeune.
Severini viveva già a Parigi, allora centro dell’arte d’avanguardia, e la sua pittura rimanda al vivace clima culturale cittadino e all’attenzione nei confronti delle proposte del gruppo cubista con cui entrò proficuamente in contatto.
Le ballerine diventano un soggetto a lui caro sia per la gioia di vivere che trasmettono, sia per il movimento che incarnano, tema quest’ultimo fondamentale per il Futurismo. “Portare lo spettatore al centro del quadro”, cogliere simultaneamente in un’unica visione una forma in movimento, unire al presente di una scena ricordi e sensazioni, esprimere la velocità, l’energia, la forza che impattano e modificano un soggetto, sono queste alcune delle sfide che si proponevano i firmatari del Manifesto dei pittori futuristi (1910) a cui parteciperà anche Severini.
In Danseuse parmi les tables si sovrappongono dunque, in un’unica immagine, i fotogrammi del moto della ballerina, il cui corpo è scomposto in forme schematiche e apparentemente disarticolate.
Tradurre quest’opera per un mosaicista, che lavora attraverso l’accostamento dei colori di materiali diversi, significa proprio avviare un ragionamento sui rapporti tra i colori (la cosiddetta teoria del colore) per dare luce e tridimensionalità a ciò che viene rappresentato con le tessere. Si tratta di riflettere dunque sulla ricostruzione percettiva delle immagini, sul senso della distanza (essenziale anche nelle opere futuriste per comprendere le figure descritte), sulla vibrazione della trama delle tessere in rapporto alle scelte cromatiche effettuate.
Da qui nasce la scelta degli insegnanti della Scuola di sottoporre agli allievi del III e ultimo corso tra il 2002 e il 2004 alcune opere di Severini, proprio per esercitare e testare tecnica e sensibilità nei confronti del colore, elemento fondante nell’arte del mosaico.