Alla Scuola Mosaicisti del Friuli l’Accademia di Belle Arti di Ravenna
Si sta svolgendo – presso la Scuola Mosaicisti del Friuli – un interessante stage sul mosaico contemporaneo dedicato a un gruppo di 12 studenti della sezione “mosaico” dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Grazie al dialogo instaurato dal loro docente Daniele Strada, sono giunti a Spilimbergo per approfondire le loro conoscenze musive.
La partecipazione degli studenti ravennati è da vedersi come un importante riconoscimento dell’attività didattico-formativa svolta dalla Scuola Mosaicisti del Friuli e come un significativo momento di confronto sull’evoluzione dell’antichissima arte del mosaico.
Vista l’affinità dei concetti affrontati e la comune ricerca sull’essenza del mosaico oggi, gli allievi di Ravenna operano insieme agli studenti del terzo anno della Scuola Mosaicisti del Friuli e sono seguiti dalle insegnanti Cristina De Leoni e Serena Leonarduzzi, docenti del terzo corso presso l’Istituto spilimberghese.
Lo stage prevede la realizzazione musiva di due opere. I soggetti – scelti dagli ospiti ravennati – sono stati creati da artisti contemporanei con tecniche moderne e sono strettamente connessi alla natura del mosaico. Sono due i temi selezionati: l’ “assemblaggio di merci” sugli scaffali dei supermercati – spazi collettivi della nostra quotidianità – colto dalle prospettive fotografiche dell’artista tedesco Andreas Gursky (Lipsia, 1955); la costruzione di un’icona (“Baccante” di Gustave Courbet) attraverso un “collage d’immagini” proposto dal linguaggio espressivo dell’artista brasiliano Vik Muniz (San Paolo, 1961) che qui assembla strappi cartacei di riviste patinate, magazine usa e getta della cultura dei mass-media.
La moltitudine variopinta di forme proposta dal taglio fotografico di Gursky, la sintassi dell’immagine di Muniz, le composizioni che si avvalgono del linguaggio musivo (che per sua natura prevede un assemblaggio di elementi), sono in qualche modo legate da un filo conduttore. Presuppongono uno studio che tiene conto degli equilibri d’insieme dell’opera e della sua struttura formale, senza prescindere però dall’indagine dei singoli dettagli da cui nasce il tutto. Tenendo conto del senso narrativo dei singoli elementi che entrano in gioco nell’immagine complessiva, le composizioni sono costruite su più livelli di informazione e di lettura. Scaturisce infatti una riflessione non solo sulle ingegnose e inedite soluzioni tecniche – antiche o moderne che siano -, ma anche sulla percezione dell’immagine a seconda della distanza, del contesto, del messaggio implicito o immaginato dalla sensibilità interpretativa dell’osservatore.
Dal confronto e dallo scambio che nasce e che cresce in stage come quello organizzato a Spilimbergo con gli studenti dell’Accademia di Ravenna, affiancati dagli allievi della Scuola Mosaicisti del Friuli, emerge forte l’idea che il mosaico può essere, ed è, una scelta linguistica della contemporaneità, capace di incarnare il tempo presente sia dal punto di vista esistenziale – riflessivo, sia dal punto di vista formale – strutturale. Infatti oltre alla ricerca intrigante e giocosa di texture congeniali all’interpretazione delle forme rappresentate, nascono spunti d’indagine sulla cultura consumistica contemporanea, sulla vita di oggi che entra nel mosaico anche attraverso frammenti di realtà selezionati tra i materiali contemporanei, compresi quelli del riciclo.