toria del colore

Incontro con l’artista … Bruno Fadel

Incontro con l’artista … Bruno Fadel

  • Gli allievi del terzo corso della Scuola Mosaicisti del Friuli sono impegnati in uno stage di mosaico contemporaneo che coinvolge l’artista Bruno Fadel di Pasiano di Pordenone.
  • Tutto è cominciato con il Premio In sesto, un modulo della Rassegna d’arte contemporanea Palinsesti, edizione 2014, di San Vito al Tagliamento che ha promosso il coinvolgimento della Scuola Mosaicisti del Friuli per la realizzazione musiva del progetto più votato tra quelli esposti al Premio. L’artista Fadel è stato proclamato vincitore – con il maggior numero di voti della giuria popolare – e ora il suo progetto, intitolato Racconto, è affidato alle sapienti mani degli allievi del terzo corso della Scuola Mosaicisti del Friuli con la supervisione della maestra Cristina De Leoni.
  • Dopo aver visitato la mostra d’arte Palinsesti a gennaio e dopo aver assistito a un primo incontro di presentazione dell’artista, gli studenti si sono immersi nello studio del bozzetto di cui interpretano alcune parti con i materiali più eterogenei (sassi, marmi, ceramiche, juta, ferro…), che nell’insieme diventano empatici, anche con la condizione umana. L’idea, l’opera, il segno di Fadel s’intrecciano con le trame del mosaico creato dagli studenti, costruendo un racconto narrato da diverse sensibilità.
  • Ripercorrendo il tempo vissuto e sperimentando nuovi spazi, le tracce-materia, tracce-segno, tracce-colore, tracce-forma agiscono – nel progetto di Fadel – in 12 superfici (dove il numero 12 rappresenta simbolicamente e storicamente la totalità del genere umano). Le superfici dialogano con trame in acciaio che disegnano nello spazio triangoli scaleni, espressione vitale dell’aria, suscitando l’idea di librazione verso l’alto.
  • L’opera Racconto sarà collocata nel vano scale dell’ex Essiccatoio Bozzoli di San Vito al Tagliamento. Lartista ha definito il suo progetto come installazione “composta di due triangoli: il primo abbraccia l’orizzontalità della struttura, il secondo è proiettato nella verticalità del divenire. Le due strutture – su cui si stagliano legno, ferro, seta, acciaio, vetro, pietre, e così via – dialogano tra loro e con lo spazio circostante per fissare ciò che passa e lascia una traccia dentro e fuori di noi, per raccontare il passato, dire il presente, progettare il futuro…”.
  • Nell’opera le superfici scandiscono avvenimenti, evocano rovine e spazi storici dell’essiccatoio, evocano le stratificazioni del tempo, su cui respirano gli ambienti attuali e su cui si proiettano – in una sorta di riscrittura – visioni future che nascono dalle tracce, dai sedimenti della storia. Segni e materia muovono energie in armonia e in contrappunto, muovono elementi naturali ed elementi plasmati sia dall’uomo che dalla vita, tra distruzioni e rinascite, tra abbandoni e ricreazioni.
  • Si contempla qui nell’insieme l’idea di storia e di vissuto di un ambiente, e anche l’idea di divenire, di elevazione, di ascesa dell’uomo, mentre si riappropria delle proprie radici e della propria memoria.
  • L’opera verrà in un primo momento esposta presso la Scuola Mosaicisti del Friuli in occasione della mostra didattica “Mosaico&Mosaici”, che si terrà dal 24 luglio (giorno dell’inaugurazione) fino al 30 agosto 2015. Sarà poi collocata definitivamente presso l’Essiccatoio Bozzoli di San Vito al Tagliamento, spazio per il quale è stata pensata.